domenica 20 novembre 2016

I falsi miti: l'acido lattico fa male!

Nel corso della mia esperienza come atleta e allenatore, ho trovato una serie di credenze e fissazioni smentite però da studi o realtà dei fatti. Ci sono molte persone che credono ancora a certi "miti" o ideologie che molto spesso vengono confermate come non veritiere o non adatti a tutti.



Vi parlerò dei falsi miti che mi è capitato di sentire o di ascoltare. L'argomento è molto vario e complesso e pertanto verrà suddiviso su più articoli. Questo proposto è il primo.







L'acido lattico fa male

Questo è uno dei più comuni falsi miti. Probabilmente derivato da qualche ideologia di allenamento degli anni passati, esso risulta essere ancora molto creduto dalla gente. Vediamone i dettagli.


A) L'acido lattico è considerato il nemico numero uno di ogni prestazione sportiva. Infatti, se durante la corsa si arriverà a produrlo, allora la velocità di corsa ne risentirà fino al punto di doversi fermare.


I fatti dimostrano una realtà differente. Prima di tutto l'acido lattico viene prodotto SEMPRE. Gli studi scientifici dimostrano come anche dormendo si raggiunga un livello di lattato di 1 mmol/L (millimoli per litro).

Durante la corsa infatti esso verrà prodotto in continuazione, salvo venire smaltito immediatamente nel caso si corra sotto un certo livello di fatica.

Ricapitolando, non è l'acido lattico a fare male ai fini della prestazione, ma esso è parte integrante di essa. Inoltre, i soggetti che fanno pochi allenamenti più veloci della loro "soglia" troveranno molte più difficoltà nello saper gestire.. ma è per una loro mancanza di allenamento, non per l'acido in sé!


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/acido_lattico.htm



B) L'acido lattico è anche temuto per la sua indole distruttiva del sistema aerobico. 


Un altro falso mito basato sull'esagerazione. La frase di per sé è vera. L'acido lattico può distruggere il proprio sistema aerobico.


Gli studi dimostrano come, affinché l'acido lattico possa effettivamente danneggiare il proprio sistema aerobico, siano necessarie queste due condizioni:

1) L'acido lattico contenuto nel proprio corpo raggiunga quantità elevatissime.
Una condizione apparentemente "facile" da soddisfare, se non fosse che è stato dimostrato come in media gli atleti d'elite siano in grado di produrre quantità molto maggiori rispetto gli amatori. In certi allenamenti o gare, gli atleti di altissimi livelli sono in grado di superare le 20 mmol/L. Gli amatori difficilmente arrivano a 10 mmol/L.

2) Si susseguano moltissimi allenamenti intensi nel giro di pochissimi giorni, senza alternare giorni di recupero o di allenamenti a bassa intensità.
Questo è molto più comune tra gli amatori. Nel prossimo articolo vedremo come un altro falso mito sia proprio quello di fare molto spesso allenamenti di qualità, in giorni ravvicinati. E' sempre bene considerare che è durante il recupero che avvengono gli effettivi miglioramenti, quindi è sempre bene lasciare il giusto tempo di recupero.


Concludendo, l'acido lattico è temuto come il "nemico" della prestazione. In realtà esso non comporta un vero problema, ammesso che si sappiano gestire correttamente gli allenamenti ed il loro carico settimanale. Una volta ottenuto il controllo e l'equilibrio con i propri allenamenti, l'acido lattico risulterà essere una delle tante variabili dell'allenamento, quindi una delle tante verso cui puntare gli esercizi per migliorarsi.

6 commenti:

  1. Buon articolo per chi non è a conoscenza di come funziona il metabolismo dell'acido lattico.
    Chiedo solo di correggere l'errore nel punto B. Un altro. Senza apostrofo. ;)

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  2. Che io sappia l'acido lattico danneggia i maratoneti. Sei d'accordo? Cosa intendi per allenamento di qualità? Un allenamento poco sotto la soglia anaerobica, lo giudichi di qualità? Io lo giudico di qualità, seppure bassa, mentre giudico allenamento di alta qualità quando c'è una produzione notevole di acido lattico

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    1. Non sono d'accordo su quanto dici. Cosa vuol dire che danneggia i maratoneti? Danneggia forse fare lunghi periodi con tanti allenamenti molto veloci mentre si prepara una maratona. Ma alla stessa maniera è tutto relativo.
      Anche allenarsi tutto i giorni con ripetute di 200 e 300 metri è dannoso anche per chi fa gli 800m..
      Dipende dal come e dal quanto.

      Per allenamenti di qualità intendo tutto ciò che non è lento (quindi medi, ripetute, ma pure certi lunghi, ecc). Anche qui dipende da quanto spesso si fanno e quanto intensi.

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    2. Vuol dire che danneggia la prestazione in maratona, cioè li fa andare più piano nella maratona. Comunque ti faccio un esempio personale, alcuni anni fa facevo molti corti veloci e mi ricordo che avevo peggiorato le prestazioni nei corti veloci, cioè a parità di frequenze cardiache andavo più piano, alchè ho dedotto che troppo acido lattico danneggiasse le prestazioni e se le danneggia in allenamenti di circa mezz'ora, figuriamoci in una maratona dove il meccanismo lattacido non viene toccato per niente...parlo ovviamente di gente che impiega almeno due ore e mezza, i top runner usano anche il meccanismo lattacido in maratona, magari nei finali...

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    3. Beh, il danneggiamento SE avviene è dovuto dall'intero allenamento. E' ovvio che se su quattro allenamenti/settimana fai tre corti veloci è ovvio che peggiori, ma peggioreresti se su quattro allenamenti faresti tre lunghi da 30 km.
      Alla fine serve a tutto, ma nelle dovute proporzioni. Un maratoneta farà qualche lavoro veloce, ma in proporzione molto minore rispetto ad un mezzofondista, ma se ben calibrato non puoi peggiorare. Se peggiori hai sbagliato la programmazione, non l'allenamento in sé!

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